La musica è da sempre un linguaggio universale e uno strumento utile e più che mai necessario per attuare un esodo, una fuga, un viaggio fuori e dentro sé stessi, per amplificare le emozioni, esaltare i desideri, sentirsi liberi di immaginare e sognare. Spesso per adulti ed adolescenti è proprio la musica il primo modo per esprimersi e soprattutto capire ciò che si sente. È quindi imprescindibile uno stretto legame tra la vita umana e la musica, che oltrepassa qualsiasi legge fisica di tempo e spazio.
È interessante sul tema del legame musica e adolescenza l’opinione di Mico Argirò, musicista e professore:
«Se penso alla mia adolescenza penso a disagio, timidezza, alle pene d’amore… in quei momenti per me era naturale, nemmeno una scelta, mettere su della musica che mi aiutasse, magari anche a sprofondare nella tristezza, ma che mi sostenesse. La musica è principalmente questo nell’adolescenza: il primo sostegno. Paradossale che sia sostegno una cosa completamente immateriale ed eterea… dopo essere sostegno però diventa strumento, strumento di reazione (tanti sono gli adolescenti che producono musica, che gridano il proprio malessere o si sfogano contro qualcuno) e strumento di aggregazione (la musica fa gruppo e il nucleo sociale sempre e in ogni contesto, dalle tribù fino alle gang, dalle religioni fino ai radical chic, si riconosce nella musica che ascolta)».
Basti pensare alla Fede e a come attraverso la musica e gli inni i fedeli riescano ad avvicinarsi meglio a Dio. L’Esodo infatti è il Libro in cui proprio nella religione, si narra l’uscita del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto per mezzo di Mosè. È un Libro solenne, duro, crudele a tratti, in cui non mancano castighi impietosi, assassini e prove inconfutabili dell’immenso amore di Dio. Già nel Libro dell’Esodo, come accadrà poi scandalosamente con la venuta di Cristo, il Signore scende sulla terra per farsi più vicino all’uomo. Ed è la musica che avvicina come segno tangibile dell’Emmanuele, il Dio-con-noi, proprio come canta anche la canzone.
Ricordo anche la fuga dalla realtà di tutti i giorni del lockdown, quando la canzone cantata sul balcone assieme ai vicini alle 18.00 in punto, era un appuntamento fisso per sentirci più vicini e sperare in un futuro più sereno.
«Senza la musica, la vita sarebbe un errore» – F. Nietszche
Spunti, riflessioni ed approfondimenti:
Bell’articolo
Io non so nulla di musica, ma ascoltarla mi rilassa.