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In equilibrio per certi su nulla e per altri su tutto

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Vivo in cima alla montagna,

da quassù riesco a vedere meglio le sfumature del mondo.

Sai, sono un uomo molto anziano,

posso dire d’esser secolare,

dunque il mondo l’ho visto cambiare un bel po’.

Al primo sole che son riuscito a ricordarmi di vedere,

tutto era ricoperto d’alberi,

io abitavo sempre qui,

ho vissuto un’intera vita sulla vetta

e si dice anche che sia la più alta del mondo.

Ti chiederai:

“Chi lo dice se sei sempre stato qui?”,

è plausibile che te lo chieda

e la risposta è semplice;

il mondo comunica con me.

Mi racconta d’ogni scossa che riceve,

d’ogni calcio,

d’ogni figlio perduto.

Mi narra della sua sorgente pupillo,

mi racconta del nuovo umano che ha provato a dominarla.

Io e lei siamo amici,

seppur io a tutti gli effetti sono un uomo,

ma solo lei e chi possiede un animo talmente puro e buono può vedermi

e addirittura ascoltare le mie lamentele,

come stai facendo tu ora.

Sono un osservatore, 

anch’io racconto alla terra quando qualcuno s’introduce nella mia malga

e magari mi ruba il latte

che ho gentilmente ricavato dalla mia mucca.

Sono un uomo all’antica, non badare a me,

possiedo una vacca soltanto e dei maiali,

un pettirosso si poggia sulla mia spalla ogni mattina al sorgere del sole

e ci chiacchiero per una ventina di minuti.

Non ricordo quando il vento mi comunicò che ancora il sistema era cambiato

che quasi nessuno accarezzava più la propria vacca,

bensì che vengono tenute alle strette e successivamente macellate una per una

senza pudore.

Ho memoria del giorno che la terra stava piangendo tanto che ci fu un’inondazione,

continuavo a dirle che doveva ascoltarmi,

bisognava che si calmasse

ma la disperazione era troppa,

la fatica d’andare avanti ancor più.

A mezzogiorno mi parlò un tempo,

e, per la prima volta

vidi con i miei occhi un attacco di panico.

Non avevo mai partecipato personalmente a fenomeni del genere,

non sapevo come comportarmi,

ho sputato le peggio frasi credimi,

penso di non aver mai fatto tanta pena ad assistere qualcuno come quel giorno.

Continuava ad agitarsi sempre più,

finché ha scatenato un terremoto tanto forte

che lo percepisco ancora.

Stiamo parlando di tanti anni fa

ma fidati di me,

io non lo posso sapere

ma credo sia rimasto nella storia.

Era il 1960 quando il terremoto di Valdivia si scatenò,

non eri ancora in questo mondo ma io sì,

oramai sono antico capisci?

Tornando al dunque,

il 22 maggio il Cile è stato colpito da un fortissimo terremoto a cui è seguito

addirittura,

uno tsunami che ha investito quasi tutte le coste del Pacifico.

Ho avuto paura come non mai, ero terrorizzato

come fai a domare la terra in quei momenti?

Mi sono allontanato, 

successivamente mi son inginocchiato e ho sperato che si salvasse qualche vita, 

compresa la mia.

Non ti avevo raccontato che con la mia montagna ho la possibilità di viaggiare quando preferisco,

mi basta concentrarmi abbastanza da capire perfettamente la mia meta

in seguito posso raggiungerla.

All’inizio non era per nulla semplice,

poi con gli anni sono arrivato a farlo senza problemi.

Sai, non voglio allarmarti

ma ho paura di non farcela,

quando sono nato e ho capito il mio compito

ho subito dato per scontato che sarei morto assieme alla terra,

ho vissuto quotidianamente con l’idea che se non ci fossi io non c’è nemmeno lei

capisci?

Forse no ma nel caso ti comprendo,

fatico anch’io ad afferrare ciò che dico a volte.

Ora però mi sento privo di forze

come se l’energia man a mano sparisse dentro di me

ed io non sapessi più che fare.

Sono fermo in questa posizione da ottantasei giorni

mi muovo solo per andare in bagno

e qualche volta per salutare i miei animali,

ora quando il pettirosso atterra sulla mia spalla lei risponde con una fitta di dolore,

le parole certi giorni mi abbandonano

e rimango ad osservare il mondo

incapace di darmi risposte.

Sono sempre stato io quello che possedeva il tesoro di avere una replica per tutto

ma quando è un “Non lo so”

non riesco a sopportarlo.

Sai, tu vivi in un mondo diverso,

ora la terra ha più attacchi d’ira,

il panico le fa visita spesso,

gli sbalzi d’umore pure,

passo ad avere quattro maglioni di lana del Perù 

alla mia canottiera, sempre di lana per risucchiare il sudore.

Ogni giorno lei continua a perdere figli,

gli umani non hanno scrupoli a disboscare intere foreste

e lei lo riceve sempre come una ferita.

Piange più spesso,

quando fa la lista per la spesa, continua a cancellare ciò che scrive

e genera continuamente neve

e magari il giorno dopo decide di ridere con me,

così si passa ad un maglione in meno

e a del fango.

Son preoccupato,

ella è abitata da molti mascalzoni che provano a legarle il muso con redini

ad utilizzare una sella abbastanza costosa,

all’inglese oppure all’americana,

frustini a gogue

solo per possedere più forza.

È un disastro!

Non la posso salvare,

le sue lacrime sono colme di rifiuti 

che qualche volta finiscono nella stalla e vengono mangiati dai miei animali

che poi ne risentono della loro golosità

siccome non sono per loro, gli fanno male accidenti!

Ci sono pochi animi buoni,

che desiderano una vita sorridente con qualche caduta

loro non stanno a pensare chi è più forte,

ti faccio un riassunto:

non pensano né al più né al meno.

Non fraintendermi, non ti sto parlando d’ignoranti

poiché quando c’è la necessità di pensarci lo fanno,

ma capisci?

Quando-c’è-la-necessità.

Non a caso, non per questioni futili

sono gentili,

la conosci la gentilezza tu?

L’hai mai incontrata nel tuo cammino,

oppure sei un esploratore proprio per questo?

Ti sto stancando credo

ma lasciami parlare ancora per poco,

prima che la voce termini dentro di me

e rimanga incapace di risalire la gola.

Prova, con le tue piccole mani

a cambiare almeno un po’ il mondo,

narra agli umani che nessuno è il migliore,

bensì tutti possediamo qualità e difetti,

noialtri poeti stiam soffrendo,

non noto amore

solo guerra

ed utilizzare come musa sempre e solo il dolore non è piacevole.

Racconta loro cos’è il mondo,

com’è consono prendersi un caffè al mattino,

dona il giusto sistema, dona razionalità.

Pianta qualche albero che la terra non può continuare a perdere figli,

poggia in mano ai passanti qualche seme

e ordina loro di piantarlo e curarlo.

Abbi ancora fiducia nel mondo, rifletti

rifletti moltissimo.

Hai molte missioni da compiere

ma non ti sei accorto che qui le ore son passate,

che il mio pettirosso s’è poggiato sulla tua,

questa volta, di spalla

e ti ha donato quanto devi sapere per credere nella terra,

per credere nella vita,

per avere speranza che anch’io non t’abbandoni subito

bensì che sia il tuo maestro per un lasso di tempo.

Non ti sei accorto del tramonto talmente eri attento alle mie labbra che scartavano parole

per arrivare alla loro meta

ovvero tu, questa volta.

T’ho donato grandi pozioni magiche,

poteri, libri di testo importanti.

Ti chiederai dove sono, 

zaini in spalla non hai,

la mia fattoria e la mia casetta son vuote.

Dolce amico, ora in mano non hai nulla

ma in realtà hai tutto,

è questo quello che deve capire per bene il sistema

che nel nulla che sembra di avere in mano

si possiede tutto quel che basta.

Ora siamo amici, siamo in due

non mi possiedi, puoi aprire la mano un centinaio di volte

eppure non comparirà il mio viso

ma se ti concentri sul cuore

sentirai anche il mio, di battito.

Pure la terra è mia amica

e vederla così in crisi mi addolora,

lei ha fiducia in me, ora vorrei aiutarla

e finalmente ho trovato qualcuno che possa darmi una mano.

-Da cosa capisce che posso aiutarvi signore?-

Sei arrivato fino alla vetta della mia montagna senza avere in mano 

alcuno strumento di difesa,

mi hai ascoltato attentamente e non hai mai distolto lo sguardo dai miei occhi,

percepisco che hai una gran fame ma non hai voluto interrompermi,

ti ho raccontato tutti i miei segreti,

i miei poteri

e sono ancora vivo

e nessun allarme è arrivato alla mia amica.

-Biancaneve

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