Non eri abbastanza competente
per prendere la patente di te stesso
per incorrere in una strada buia
che ti avrebbe concesso
sia la libertà
che essere accettato dalla società.
Eri ingenuo
e alle prime armi
ed era altrettanto appetitoso il pensiero
di non aver più alcun timore
di trovare le giuste parole
o di uscire in anticipo
per evitare polemiche da parte di sconosciuti.
Era una tentazione
l’idea di essere omologato al tal punto
da non doverti più nascondere
perché già nascosto nella monotonia,
nell’uguaglianza estetica e caratteriale
e infine anche nel modo di parlare.
Ti incuriosiva l’idea
di non tremare più in mezzo alla folla
pensando costantemente
a che cosa gli altri pensino della tua giacca
o del tuo telefono, delle tue scarpe
se vanno bene
o se queste erano troppo eleganti.
Ti sei fatto mangiare
dalle foto che vedevi
e a cui mettevi like;
ti sei fatto imprigionare in una stanza con poche fessure
circondata da mani aguzze
con dita pronte a valutarti,
sotto ai tuoi ultimi post ci sono commenti
che ti rendono più soddisfatto di te stesso
e hai eliminato dal tuo armadio i vecchi outfit
perché se non metti gli ultimi arrivi
non serve nemmeno più che scrivi.
Non eri abbastanza competente
per capire che non esisteva solo quella gente,
hai seguito partiti pessimi
che eliminavano dei diritti che spettavano anche a te medesimo,
ti sei lasciato trascinare in mezzo a gare di cazzotti,
vendita di erba,
feste fatte solo per ubriacarsi
e nemmeno ricordarsi il nome delle persone
e pian piano hai dimenticato la tua identità;
hai preso in mano una sigaretta,
hai frequentato i bar,
non ti sei fermato mentre andavi in macchina
quando doveva passare una signora
e hai aumentato la velocità in qualsiasi attività.
Non eri abbastanza competente
dunque ti sei fatto manipolare da altra gente
lasciando da parte l’idea di migliorare il mondo,
manifestare contro ciò che è ingiusto,
hai cominciato ad abbassare la testa
subire tu la protesta
contro quelli considerati “ribelli”.
Non hai più compreso che i capelli
possono essere belli anche se spettinati,
che i finestrini non vanno sempre lucidati
e gli appuntamenti programmati e schematizzati.
Non hai più compreso il piacere di camminare all’aperto
anziché stare seduto al computer tutto il tempo
e non hai compreso nemmeno un mio bacio
anzi, lo hai strappato e incollato su una copertina pubblicitaria
gli hai dato aria
per farci raggiungere il cielo
peccato che lo sfondo nero l’ho notato solo io,
il mio sentimento si opponeva al tuo.
Non eri abbastanza competente
per comprendere che i rapporti vanno curati
costruiti, accolti
sono relazioni alle quali dedicare tempo, attenzioni
ma tu mi parlavi solo delle tue azioni,
dei progetti di lavoro
e mi dicevi di cambiarmi se mi vestivo in modo particolare
“Così ti staranno tutti a guardare”.
Io non ero abbastanza competente
per comprendere che in fondo eri infelice
che avevi paura e la tua anima era sicuramente insicura
ma io ho iniziato a prendermi cura
di me stessa
a differenziarmi il più possibile da tutto
scovare il corrotto
e scrivere di un rapporto diverso.
In un mondo nel quale tutti vanno nella stessa direzione
desidero concentrarmi sulle parole
che ognuno di noi porta dentro
accompagnati da un senso d’impotenza
che ci fa entrare in testa
che più siamo simili
e più siamo compatibili.
Diver-sì
