Ci dispiace per Woody Allen, che certamente da par suo ha colto il problema dell’educazione, ma qualcuno si sta ingegnando per superarlo. In realtà sono alcuni. Com’è noto, secondo il grande regista, «chi non sa fare niente insegna e chi non sa insegnare, insegna ginnastica!». Un gruppo ben identificato di docenti universitari e un Ministro stanno aggiungendo una terza opzione: chi non sa insegnare ginnastica (mentale), insegna l’odio. L’odio è, infatti, la vera merce di uno di loro, Ernesto Galli Della Loggia. Secondo quest’ultimo — lo stesso che col Ministro dell’istruzione di questo nostro sciagurato paese propone Dio, Patria e Famiglia e lo Stato Nazione arroccato su sé stesso come temi fondanti dell’educazione —, e il Corriere della Sera che ospita le sue tesi, gli israeliani con la loro guerra ci fanno sentire vivi, danno all’Occidente una nuova speranza di riscatto, e per questo i popoli deboli li odiano. Solo l’odio può accecare al punto di non vedere che quelle categorie sono antistoriche; che l’unica possibilità che ha l’umanità è riconoscersi terrestre; che ogni appartenenza oggi non può che essere senza confini; che le forme di vita e i generi sono plurali e molteplici; che l’Occidente necessita di una profonda riflessione sul proprio ruolo se vogliamo avere una vivibilità possibile sulla Terra. Siamo nell’era del riconoscimento delle somiglianze e dell’interdipendenza tra tutti gli esseri che vivono sulla Terra, ma Galli della Loggia e i suoi accoliti non se ne sono accorti. Non solo, ma vogliono insegnare il loro odio e la loro cecità alle nuove generazioni. Una delle questioni decisive è se le vie che loro propongono sono quelle adatte ed efficaci ad affrontare la deriva totalitaria e populista che mette a rischio la convivenza civile, e se siano ancora una volta la distruttività, la guerra e l’odio, appunto, le soluzioni alla crisi ecologica, economica, demografica, politica e culturale nella quale siamo immersi.