Buffo come l’uomo si fermi sempre più
dinanzi le notizie
senza porre nessun dubbio,
senza controllare le proprie fondamenta
offrendo alla propria mente
e al proprio cuore
un ragionamento basato sulla razionalità
e seguito da schemi logici
fatto da lui
e non fatto d’altri.
Buffo come sfuggire all’ignoranza
sia quasi divenuto impossibile
in quanto oggigiorno si cammina
e se si volesse evitarla
bisognerebbe essere in grado di volare
d’interpretare il ruolo di fata così bene
da distaccare i propri piedi dal suolo.
Con questo non voglio ammaliare nessuno
in quanto il mio parlare è spesso considerato un blaterare
difatti i miei amici mi consigliano sempre di smetterla
che questi miei ragionamenti rendono infelici
persino i fogli su cui scrivo
ma credo che la carta patisca ancor più
con quelle bugie, col sangue aspro versato su di essa
e mi creda che ancora danno la colpa al gatto nero
che il giorno prima li ha attraversato la strada
se qualcosa nella loro vita non li aggrada
e ne parlano mettendoci davanti “quel maledetto…!”.
Buffo sono forse anch’io
che nasco come un ignoto e cerco qualcosa su cui mettere i piedi
una verità senza veli
spoglia, nuda
anche se dolorosa,
una verità non esagerata
pura come un bimbo che nasce
pura e non macchiata dal mondo
e dall’inchiostro usato da mani appuntite.
Sa, dei miei cari conoscenti m’han raccontato di eventi
a dir poco scandalosi
eventi ombrosi
in cui anche i miei occhi
son diventati acquosi, quasi stagnanti
perché ormai
la parola d’altri
se possiedono più di te
vale maggiormente
il materialismo
è ormai dipendenza per la nostra mente,
effettivamente chi pensi di essere?
Un povero uomo dotato soltanto di parola,
d’un cuore dentro al petto
che cosa potrebbe dare questo?
Nemmeno un letto su cui riposare.
Buffo, trovo tutto molto buffo
quando mi dirigo per le strade
vestito in base a come decide il cambiamento globale
ma tanto anche la, in pochi si mettono ad interrogare
e analizzare il vento, il cielo, i fenomeni atmosferici;
crede che anch’io sia uno sciocco non è vero?
Mi aspetto che facciano gli altri
quello che potrei provare a fare anch’io
e l’ho pensato spesso
tra le ombre della mia casa
poi allora mi son dato d’impegno
e ho incominciato ad indagare
a girare per queste strade che sembrano mai finire
ma mi creda se ora le sto per dire
che da solo non vai a finire da nessuna parte
se viviamo in un mondo in cui l’unità
è una fondamenta
in un’età in cui tutti dobbiamo metterci del nostro
io non posso andare a galoppo
se gli altri in me
vedono solo qualche intoppo.
Ora mi diverto pure
a raccontare le mie disavventure
ma una volta le mie lacrime si trasformavano in lividi
e i miei vecchi amici
mi versavano del vino nel bicchiere: “così non ci pensi!”
aggiungevano anche
ma poi quando ne ingerivo troppo non sentivo più le mie gambe,
la testa ammattiva, lo stomaco bruciava
nulla più mi interessava
fino a chiudere gli occhi e svegliarmi un po’ disorientato
ma non era forse questo che avevo sempre evitato?
Ora noto che l’uomo cerca di scappare
da molti fatti che deve fronteggiare
aspetta sempre che ci sia qualcun altro a darsi da fare
e si dedica ai vizi come miglior passatempo
ride e vive d’eccelso
blatera – come dicevano che facevo io –
e promette senza mantenere.
Cammino sulle mie gambe
e osservo le persone che si presentano scalze e disarmate
accanto al prossimo
mi rattrista, vedere visi con stampati sorrisi
e schiene conficcate da frecce
ma non d’amore e passione
bensì da dolore.
Mi chiedo sempre
se colui che viene considerato un perdente
lo sia per quale motivo
perché non ha seguito la vita già premeditata da altri
o perché ha deluso qualcuno che non era sé stesso
o perché è riuscito a vedere il mondo anche un po’ più a fondo
giungendo alla giusta vertigine
magari rimanendo per un po’ di tempo a terra
e sentendosi vomitare addosso tutto quello che ha perso
ma raggiungendo piccole verità
in un mondo fatto di cartongesso
in un mondo troppo stretto
per chi ammette che delle volte
ha perso.
-Biancaneve