Mondo nuovo (M. Ossana)

Autore

Ugo Morelli
Ugo Morelli, psicologo, studioso di scienze cognitive e scrittore, oggi insegna Scienze Cognitive applicate al paesaggio e alla vivibilità al DIARC, Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli; è Direttore Scientifico del Corso Executive di alta formazione, Modelli di Business per la Sostenibilità Ambientale, presso CUOA Business School, Altavilla Vicentina. Già professore presso le Università degli Studi di Venezia e di Bergamo, è autore di un ampio numero di pubblicazioni, tra le quali: Mente e Bellezza. Arte, creatività e innovazione, Allemandi & C, Torino 2010; Mente e paesaggio. Una teoria della vivibilità, Bollati Boringhieri, Torino 2011; Il conflitto generativo, Città Nuova, Roma 2013; Paesaggio lingua madre, Erickson, Trento 2014; Noi, infanti planetari, Meltemi, Milano 2017; Eppur si crea. Creatività, bellezza, vivibilità, Città Nuova, Roma 2018; Noi siamo un dialogo, Città Nuova Editrice, Roma 2020; I paesaggi della nostra vita, Silvana Editoriale, Milano 2020. Collabora stabilmente con Animazione Sociale, Persone & Conoscenza, Sviluppo & Organizzazione, doppiozero, i dorsi del Corriere della Sera del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto e di Bologna, e con Il Mattino di Napoli.

M. Osanna, Mondo nuovo. Viaggio alle origini della Magna Grecia, Rizzoli, Milano 2024

Ugo Morelli: Tra VIII e VI secolo a. C. che cosa succede in quei mondi dell’attuale Europa mediterranea che siamo soliti chiamare Magna Grecia?
Massimo Osanna: Non è facile farsene una rappresentazione semplice e lineare come quella che tradizionalmente è stata raccontata soprattutto nei libri scolastici. Più che di una sola storia si tratta di tante storie. Storie di alcune genti che hanno vissuto nel I millennio a.C. nei territori della Magna Grecia. 

U. M.: Una storia di colonizzazione e di conquiste?
M. O.: Soprattutto, analizzando con attenzione e cura le trecce di quelle civiltà e la ricca messe di reperti archeologici, possiamo parlare di un processo di composizione e ricomposizione di un mosaico di civiltà che si incontrano e danno vita a intrecci e ibridazioni, in cui non è facile stabilire dinamica di prevalenza di una cultura o di una civiltà sulle altre.

U. M. Qual è la cifra caratterizzante degli intrecci e delle ibridazioni?
M. O.: È una storia di mobilità e incontri, perché per tutti, Greci e Italici, la rete di connessioni e il rapporto con gli altri sono stati la cifra esistenziale più rilevante della vita quotidiana, e non solo della vita quotidiana, ma anche dei sistemi di pensiero e della loro evoluzione.

U. M.: Come prende forma il paesaggio culturale ed esistenziale di quel “plurivǝrso” che chiamiamo Magna Grecia?
M. O.: Si tratta di un “mondo nuovo”: un paesaggio dell’incontro che solo l’archeologia può aiutarci a riscoprire, restituendo voce a oggetti e strutture di per sé muti, raccontando chi li ha realizzati, usati, trasformati in memoria o distrutti. Reperti capaci di narrare le storie di uomini e di popoli che in questa terra si sono incontrati, affrontati, amalgamati in un processo dinamico e senza soluzione di continuità. 

U. M.: Come si arriva a questa ridefinizione dell’immagine tradizionale che abbiamo avuto finora della Magna Grecia?
M. O.: Attraverso un viaggio in parchi archeologici e musei più o meno noti del meridione italiano, da Sibari a Taranto, da Metaponto a Paestum passando per Crotone, Venosa, Caulonia, è possibile vedere come si illumina il rapporto tra Greci e non Greci, mai univoco né scontato; come si ridefinisce l’idea stessa della “colonizzazione” per come la immaginiamo comunemente, spostando l’accento sui fenomeni di ibridazione che in Grecia sono state così frequenti e articolati da divenire la vera cifra di quel mosaico di civiltà: veri e propri paesaggi dell’intreccio. 

Articolo precedenteL’omino Glonky
Articolo successivoNuovi culturemaker per il management

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli

Sul trauma e sulla sua potenza ortopedica

NOTE PER UN APPROCCIO PEDAGOGICO ALLE GIOVANI GENERAZIONI Lavorare oggi come educatori nel mondo di giovani e adolescenti può...

Giovani curiosi o adulti in crisi?

Mi capita sempre più frequentemente, anche nella piccola realtà trentina, di selezionare giovani con idee molto chiare e con prospettive future completamente...

Mi trovo bene con Ann e Fry

Mi trovo bene con Ann e Fry. Oddio, bene? Diciamo che mi trovo meglio di quando ero costretta a stare seduta vicino...

Il primo lavoro: come cambia la percezione tra i ventenni di ieri e oggi

Entrare nel mondo del lavoro è sempre stato un momento carico di emozioni, aspettative e timori. Ma le paure e le sensazioni...

Ciottoli di me

Barcollo in queste vie lastricate zeppa d’incertezze noncurante di tutte le carezze che la vita mi dona una sola è la cosa che mi ustiona il...