Non amo particolarmente stare in silenzio. A volte, quando mi rendo conto di ascoltare il silenzio, spontaneamente dico qualcosa, e chissà se sia per rompere quel “suono” fastidioso o se per parlare ad alta voce con me stessa o se solamente per eliminare quella mancanza di rumore che mi sta stretta.
Ancora di più faccio fatica ad accettare il silenzio quando questo bussa alla mia porta dopo una discussione, un’incomprensione o una lite. Per affrontare un momento così delicato bisogna innanzitutto avere la volontà di aprire un dialogo e mettersi in ascolto dell’altro e, in alcuni casi, se necessario, perdonare.
È questo che si dovrebbe fare per raggiungere il benessere delle e nelle relazioni. L’altro giorno, per esempio, ho dovuto fare i conti con me stessa e ho volutamente fatto un passo indietro, accettando quel fastidioso silenzio tra me e mio marito. Perché, mentre io quando litigo o c’è un’incomprensione ne parlerei subito, lui ha bisogno di tempo per metabolizzare e misurare ciò che vuole dire per dirlo responsabilmente, e ne ha tutto il diritto.
Per questo non sempre è proprio semplice, ma è possibile se mettiamo in atto una serie di strategie che possono aiutarci. Ecco qualche consiglio che forse ci potrebbe essere utile.
È importantissimo favorire il confronto, ma aspettando che sia il momento di confrontarsi per entrambi. Possiamo imparare ad accogliere l’altro con empatia e chiederci senza trarre subito conclusioni affrettate quali sono le ragioni del comportamento o delle parole dell’altro/a.
Non dimentichiamoci di considerare tutte le emozioni in gioco: spesso non è facile esprimersi e un’emozione si può presto trasformare in un’altra.
Infine riconoscere il tipo di rapporto tra i soggetti e sapersi gestire quando succede una cosa che si ha già vissuto può anche aiutare a capire e rispettare i tempi nostri e altrui.