A pensarci bene, l’adolescenza non è una fase della vita. Ogni volta che sentiamo un moto di ribellione, di rivolta appunto, nel corso della vita, siamo nell’incertezza tra rinunciare e trasgredire l’ordine esistente. Proprio come quel particolare misto di fragilità e forze fresche che caratterizzano l’adolescenza della vita. Ecco, la rivolta è parte della nostra esperienza. Si tratta piuttosto di domandarci come mai la si ritiene poco politicamente corretta, se da essa può scaturire non solo l’affermazione della soggettività, ma anche la ricerca della giustizia e libertà. Nella storia delle comunità, i momenti di rivolta sono stati generativi di inedite vitalità, proprio come accade nelle fasi adolescenziali della vita. Certo, si tratta di momenti e processi sconcertanti. Sì, proprio sconcertanti, nel senso che da essi possono nascere inedite armonie.
Ma nel tempo in cui viviamo la necessità che nascano pensieri e azioni inaudite è solo l’altra faccia di un presente inquietante e inaccettabile.
Come Antigone, allora, è auspicabile ascoltare i moti di rivolta che avvertiamo, assecondarli e praticarli per una esistenza più giusta e più libera.
La giovane Antigone incarna quindi la disobbedienza civile e la lotta contro la cieca autorità, tanto che ancora ai nostri giorni viene accostata a molte polemiche che coinvolgono la politica, il femminismo, i diritti degli emarginati, la giustizia e perfino la bioetica.
In questo numero cercheremo di affrontare quindi le rivolte della vita, le fasi della rivolta intesa in senso generativo e riflessivo.