«Persone normali» è un romanzo uscito nel 2019, scritto dalla giovane irlandese Sally Rooney (classe 1991), che subito ha ottenuto un grande successo su scala mondiale, applauditissimo dalle critiche e vincitore di quello che è oggi uno dei maggiori riconoscimenti pop in assoluto: diventare una serie tv.
Il libro, edito in Italia da Einaudi, racconta della relazione tra Marianne e Connell tra gli anni delle scuole superiori nella Contea di Sligo e quelli dell’università al Trinity College di Dublino. La scrittura di Rooney rende vorace anche il lettore più inappetente, raccontando in presa diretta i pensieri, le aspettative, le emozioni e i flussi di coscienza dei protagonisti, creando nel lettore un gioco di aderenza psicologica e ad un tempo di oggettivo distacco verso i due attori in scena. Un racconto i cui linguaggio e stile narrativo concrescono magistralmente con l’età e la maturazione dei due ragazzi, coinvolgendo nelle fasi più acerbe e focose dell’adolescenza e della scoperta sessuale, frustrando nell’assenza di riferimenti e sentimenti che il trasferimento in città provoca nei primi anni universitari e lasciando inermi davanti finale insieme apertissimo e inevitabile.
Una storia contemporanea vissuta nella costante ricerca di una normalità prima di tutto nei confronti di se stessi e del modo che i protagonisti tentano di sviluppare con inconsistente coerenza nel relazionarsi con l’altro, imbracciando nel mentre grandi scelte di vita con azzeccato disordine. Una ricerca e uno sviluppo di sé condotti nell’insopportabile apatia e indifferenza con la quale, alternativamente, Connell e Marianne veicolano le loro azioni in tale direzione. Nel disagio e nell’inadeguatezza che essi vivono sulla loro pelle passandosi continuamente il testimone durante lo spezzone di vita ritratto dal romanzo, l’onnipresente colonna sonora è eseguita dalla distratta domanda sulle persone normali: chissà come sono, che cosa pensano di loro, che cosa fanno nelle loro camere da letto, che cosa scelgono nelle loro stesse circostanze. Diventare persone normali rappresenta la tensione e il confronto assillante con i quali fanno i conti i due soggetti, senza in fondo nemmeno tentare di chiedersi chi o che cosa esse siano, quando quella che va dipanandosi nel mentre, la loro, è, nella sua universale particolarità, la storia di due persone normali.
Sally Rooney ci consegna un ritratto capace e spaventosamente schietto che ingenera molte domande sul modo in cui questi adolescenti e giovani adulti si comportano nei confronti di loro stessi e dell’altra persona, sulla loro (in)capacità affettiva, sul modo in cui sono vissute le relazioni sessuali e la ricchissima vastità di sentimenti di cui la relazione con la persona amata dovrebbe nutrirsi – e dei quali, qui, si nutre minimamente. Il racconto genera un’angoscia direttamente proporzionale al successo planetario che sta avendo e che lo conferma, per definizione, come un fenomeno pop.
Abbiamo scelto di suggerire questo romanzo nel presente numero di Passion&Linguaggi, dedicato alla volgarità, facendone un monito a noi stessi: a discapito dell’accezione immediatamente sporca e negativa che questo aggettivo ci rende nell’utilizzo comune, non dobbiamo tuttavia dimenticare che la parola deriva dal vulgus, il popolare inteso come massa, quello a cui oggi facciamo riferimento con una parola più pulita: pop. E se quel che è popolare indica il luogo dei movimenti della storia, non sfugga allora questo potente racconto del nostro tempo, letto e volgarmente apprezzato da milioni di persone normali.