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Roberto Esposito, Istituzione, Il Mulino, Bologna 2021

Autore

Ugo Morelli
Ugo Morelli, psicologo, studioso di scienze cognitive e scrittore, oggi insegna Scienze Cognitive applicate al paesaggio e alla vivibilità al DIARC, Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli; è Direttore Scientifico del Corso Executive di alta formazione, Modelli di Business per la Sostenibilità Ambientale, presso CUOA Business School, Altavilla Vicentina. Già professore presso le Università degli Studi di Venezia e di Bergamo, è autore di un ampio numero di pubblicazioni, tra le quali: Mente e Bellezza. Arte, creatività e innovazione, Allemandi & C, Torino 2010; Mente e paesaggio. Una teoria della vivibilità, Bollati Boringhieri, Torino 2011; Il conflitto generativo, Città Nuova, Roma 2013; Paesaggio lingua madre, Erickson, Trento 2014; Noi, infanti planetari, Meltemi, Milano 2017; Eppur si crea. Creatività, bellezza, vivibilità, Città Nuova, Roma 2018; Noi siamo un dialogo, Città Nuova Editrice, Roma 2020; I paesaggi della nostra vita, Silvana Editoriale, Milano 2020. Collabora stabilmente con Animazione Sociale, Persone & Conoscenza, Sviluppo & Organizzazione, doppiozero, i dorsi del Corriere della Sera del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto e di Bologna, e con Il Mattino di Napoli.

Prof. Esposito, verrebbe da dire, ancora l’istituzione?

Eh! Sì. Tutte le volte che proviamo a farne a meno non finisce bene.

Come mai?

Siamo esseri istituenti, noi umani, e siamo esseri sociali. Ciò significa che la nostra vita tende agli altri e con gli altri creiamo relazioni, la prima forma istituente, cercando contenitori per vivere quelle relazioni nel tempo.

Ma poi, così, ci ingabbiamo…

Questo è un rischio continuo come continua è la nostra tensione istituente. Oscilliamo, infatti, tra il ritenere l’istituzione solo una realtà repressiva da abbattere, e il pensare che lo spontaneismo ci possa bastare. Eppure, alcuni, da qualche parte, magari in modi inappropriati, stanno intanto cercando di creare qualcosa di condiviso e di relativamente stabile.

Non si può scegliere, dunque, tra vita e istituzione?

Una via necessaria è proprio la connessione reciproca tra queste due dimensioni. Non è facile. È però quello che sto cercando di portare avanti con la mia ricerca e, ritengo, quel che più è necessario oggi.

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