Che cosa significa vivere a un crocevia linguistico?
È come essere in un crogiolo, immersa in una molteplicità di segnali, ognuno dei quali sembrerebbe andare per conto proprio, e tu lì a tenerli insieme.
Come accade nel romanzo Lingua Madre, provi a scappare…
Sì, ma ovunque tu vada ti accorgi di essere quasi sempre nello stesso posto…
Ne scaturisce però anche una possibilità di creare un mondo narrativo originalissimo…
È come un distillato. Qualcosa che attinge da un incontro tra mondi e che finisce per attraversarti tuo malgrado. Forse questa è la vita stessa e l’ibridazione di mondi plurilingue come l’Alto Adige-Süd Tirol, con tutte le contraddizioni e le possibilità, ti fa scoprire che non puoi avere una cosa senza l’altra.
Un’inquietudine che attraversa tutto il libro con una forza che la giuria del Premio Calvino 2020 ha riconosciuto, oltre a tutti gli altri riconoscimenti per una scrittrice di 27 anni.Rappresentare un mondo con la scrittura, per una via narrativa impegnativa e originale mi ha dato la possibilità di raccontare il mio mondo interno. È stata l’esperienza più bella.